Una bambina bionda, con una pinzetta rosa fra i lunghi capelli lisci, se ne stava rannicchiata con le ginocchia al petto, seduta sul bordo di una finestra. Con una mano stringeva il filo sottile a cui era legato un palloncino rosso.
Si guardava intorno, giocherellava con il bordo della gonna, tirava a sé il palloncino arrotolando il filo attorno al dito e poi lo lasciava di nuovo allontanarsi verso l’alto. Ogni tanto lanciava brevi occhiate verso uno dei balconi della casa che si trovava sul lato opposto della strada.
Ad un tratto la finestra si aprì e un bambino uscì correndo sul balcone e urlò «Marghe! Marghe!»
La bambina era concentrata ad osservare un gatto arancione che si strusciava contro il muro sotto di lei, ma appena sentì pronunciare il suo nome si voltò di scatto. Sorrise e agitò una mano in aria in direzione del bambino di fronte a lei.
«Finalmente! È un sacco che sono qui ad aspettarti.»
Il filo tirava verso l’alto e Margherita lo afferrò anche con l’altra mano. Allungò le gambe oltre la finestra e per un attimo le lasciò penzolare, poi le piegò una per volta e si mise in ginocchio sul davanzale.
Finì di sistemarsi e gridò: «Mi scappa! Sei pronto? Lo prendi?»
La risposta del bambino arrivò confusa. Lui però si sporse in avanti con le braccia tese nel cielo azzurro.
Margherita si sollevò tenendosi con una mano allo stipite della finestra, allungò il braccio e allentò la presa delle dita intorno al filo, fino a lasciar scivolare via il palloncino.
Rimase lì immobile, in bilico sul davanzale della finestra, con lo sguardo fisso su quella chiazza rossa che si perdeva nel cielo.
Un secondo, due secondi, tre secondi.
Gli occhi si spostarono sul bambino, che aspettava dall’altra parte l’arrivo del palloncino. Margherita si abbassò lentamente, con cautela, si sedette e di nuovo si strinse le ginocchia al petto, chiudendo tra le mani la punta dei piccoli piedi coperti da calze blu con pois bianchi. Si morsicò le labbra continuando a tenere gli occhi incollati al palloncino che danzava in balia del vento, dirigendosi con un percorso tortuoso verso il lato opposto della strada.

Foto di Caterina Basiglio