Troppo spesso si sente dire che i Rasta non sono altro che persone che vivono in Jamaica, fumano marijuana e portano i dreadlocks. In realtà, le caratteristiche dei seguaci del Rastafarianesimo e della religione stessa sono ben altre: ecco alcune informazioni necessarie per far chiarezza sull’argomento.

Le origini del Rastafarianesimo

Il Rastafarianesimo è un credo religioso nato in Etiopia negli anni Trenta del ‘900, in seguito all’incoronazione come imperatore di “Ras Tafari”, eletto nel 1930 con il nome di Hailé Selassié I.

L’affermazione del sopraccitato sentimento religioso si deve in particolare al movimento Etiopista, corrente di ispirazione cristiana risalente al XIX secolo, che rivendicava il recupero della libertà culturale e nazionale degli africani. Agli inizi del ‘900 gli etiopisti, guidati dall’attivista Marcus Garvey, spesso associato a Giovanni Battista, precursore di Cristo, iniziarono a credere nella venuta di un messia che avrebbe permesso il riscatto dell’Etiopia. Nel 1930, alcuni discepoli di Garvey videro in Hailé Selassié I il Messia atteso.

Dagli anni Ottanta la cultura rastafariana ha iniziato a diffondersi ampiamente, soprattutto grazie a personaggi di spicco della musica reggae, come Bob Marley e Peter Tosh.

La dottrina Rastafariana

La religione Rastafariana è fondata sulla predicazione di Hailé Selassié I e risulta essere un’evoluzione del Cristianesimo. Gli insegnamenti teologici e morali di Gesù sono accettati: la divinità di Cristo, la Trinità, la resurrezione dei corpi e l’immortalità dell’anima.

Il Testo Sacro è costituito dall’Antico e dal Nuovo testamento e dai testi ufficiali che contengono la testimonianza di Hailé Selassié I.

I dreadlocks

Quella dei dreadlocks (da non confondere con i “Rasta”, che sono invece i credenti del Rastafarianesimo) è una pratica facoltativa che consiste nella realizzazione di un voto biblico, il nazireato: è la consacrazione della propria testa, tramite l’astensione dalla pettinatura e dal taglio di capelli. Questa pratica ascetica implica anche l’astensione da alcolici, uva e una dieta vegetariana.

L’uso della marijuana

La marijuana (ma non i suoi estratti come l’hashish) viene considerata dai Rastafariani portatrice di salvezza, e viene utilizzata come erba medicinale e come supporto alla preghiera e alla meditazione. Si crede che la ganja (sanscrito per marijuana) sia cresciuta sulla tomba di Salomone e che tragga da lui la forza. Viene inoltre associata all’albero della Vita e della Saggezza presente nel giardino dell’Eden.