Quando lo sport, che spesso ha saputo raccontare l’irrazionale con le imprese dei suoi protagonisti, ed il cinema, strumento ideale per mettere a nudo l’immaginazione dell’essere umano, si incontrano, non può che nascere qualcosa di eccezionale. È questa l’ultima lezione che la cronaca quotidiana ci ha dato, stupendoci ancora una volta. Già, perché dalla nottata di ieri i Chicago Cubs, una delle più gloriose franchigie del mondo del baseball all’americana, sono i nuovi campioni in carica delle World Series, la massima competizione legata alla mazza, dopo aver sconfitto in finale i Cleveland Indians al termine di una partita combattutissima, chiusa all’ultimo respiro sull’8-7. Che cosa c’entra il cinema? Ricordate la famosa serie “Ritorno al futuro” di Robert Zemeckis? Ebbene, nel secondo film della saga, uscito nel 1989, il celebre regista americano ipotizzava proprio che i Cubs vincessero nel 2015, più precisamente il 21 ottobre, il loro titolo, e che fosse Marty McFly, il protagonista, a scoprirlo, attraverso un’insegna pubblicitaria che ne celebrava il successo, in uno dei suoi tanti viaggi nel domani. Semplice colpo di fortuna con errore di un anno su un tema ovvio, si dirà, paragonabile ad un pronostico sul prossimo scudetto di una delle grandi squadre di calcio italiane o sul vincitore dei 100 metri alle Olimpiadi nelle ultime tre edizioni. Nulla di tutto ciò, però. Perché l’assegnazione del titolo ai Chicago Cubs a quasi trent’anni di distanza dal momento in cui venne registrata la pellicola, in realtà, suonava tanto come una risposta pratica alla domanda: “Allora Robert, dimmi qual è secondo te l’avvenimento più improbabile che possa accadere sulla faccia della Terra?”. I Chicago Cubs, infatti, vinsero l’ultimo titolo della loro storia nel lontano 1908 (108 anni fa!) e non arrivavano in finale addirittura dal 1945, prima di riuscirci proprio lo scorso anno, quello ipotizzato da Zemeckis nel 1989 come vincente, perdendo in finale contro i New York Mets. Insomma, per l’americano medio una World Series vinta dai Cubs era paragonabile ad uno scudetto al Crotone o, perché no, allo sbarco sul nostro pianeta degli alieni. Attribuire meriti divinatori ad un regista in azione quando nel mondo era ancora forte (ma in via d’estinzione) la contrapposizione Usa-Urss ed il mondo non aveva ancora conosciuto il web, pare forse eccessivo, ma quel che è certo è che lo sport ed il cinema hanno saputo ancora una volta sorprendere tutti, confutare l’innegabile, e raccontare al mondo un’altra storia buffa, quasi casuale ma ricca di significati simbolici. Un colpo di fortuna spaventosamente piacevole. Nulla è impossibile, Robert.