Una delle poche certezze del relativismo sterile nel quale viviamo è la sete di informazione che pervade ognuno di noi al fine di sentirsi realmente parte del mondo. Questo desiderio si mostra ogni giorno nello sfogliare ossessionatamene un giornale leggendone solo i titoli, nel guardare il telegiornale più volte, nel seguire il radio giornale non appena si è seduti in auto e nello sfogliare in modo assiduo le innumerevoli testate online quasi a non sentirsi mai totalmente appagati. Si vuole avere notizia di ogni movimento del proprio vicino di banco, di quale voto ha ricevuto il compagno in un compito in classe o di cosa il direttore ha comunicato privatamente al collega della scrivania a fianco.

Qui non si tratta di conoscere quanto succede a solo titolo informativo. Qui c’è da saziare un vuoto interiore. Un vuoto che non riempito lascia irrequieti.

I nostri antenati latini già avevano colto quest’aspetto che appare per lo più dimenticato. La parola informazione, infatti, deriva dal latino informatio(-nis), dal verbo informare, nel significato di “dare forma alla mente”. Ovvero dare forma a quell’insieme di funzioni superiori del cervello che ci permettono di vivere da umani, cioè da uomini in quanto tali. Quindi dare forma alla mente è cogliere quanto comunicato dall’ambiente esterno. Di certo è un’opera che solo singolarmente si può iniziare a realizzare su stessi. Solo decidendo di cogliere gli input ambientali e facendoli propri si comincia a formare la mente personale. L’informazione è capire, conoscere, criticare. E’ rendersi conto delle coordinate spazio temporali in cui si vive. L’informazione è anche sognare, realizzare. L’informazione è amare se stessi.

1000miglia crede fortemente nell’idea che i giovani siamo molto migliori di quanto si pensi. Non bisogna però cadere in una rappresentazione ideologica nell’altro senso. I ragazzi possono lasciare il segno solo se si informano di se stessi, conoscono se stessi. In altre parole, solo se iniziano ad amare se stessi, a prendere consapevolezza dell’ambiente esterno in cui vivono e attraverso le proprie capacità trasformano gli input ricevuti in vita quotidiana attiva. Se non ci fosse questa volontà di guardare il mondo esterno con occhi da sognatore, certi dei propri talenti e limiti, si annienterebbero quelle molteplici vie (pluralismo) percorribili da ognuno per rendere il mondo migliore di come lo si è trovato. L’esistenza di queste vie non determina la chiusura verso l’altra persona, anzi, il contrario. Porta a una piena apertura di se stessi verso l’altro e a una conoscenza sincera dell’altro perché si mostra così la verità più grande: la persona stessa con le sue esperienza, credenze e convinzioni.

L’informazione, quindi, è alla base della vita umana. E’ base per quei giovani che amano la propria giornata e nel cuore conservano, oggi, un sogno per il domani. L’informazione pluralistica è dispari. Infatti ammette una varietà di personalità, idee e opinioni così ampia che permette di affiancarsi con empatia ai propri amici, famigliari o a chiunque si incontri per strada, sicuri che il modo di presentarsi dell’altro è verità. Ossia che l’altra persona non è null’altro che se stessa perché sa chi è.

Non è facile intraprendere questo percorso, sopratutto per un’associazione giovane come 1000miglia, composta da ragazzi ai primi anni di università. Però è bello. E’ meraviglia avere il desiderio di annunciare che esiste una bellezza giovane che intende parlare dei giovani, informare per continuare a sognare. Una piccola forza giovanile che non vuole diventare cultura, ma vuole infondersi nelle varie culture perché ognuno possa informare il mondo della propria esistenza, cioè dire al mondo: “Sì, io esisto e di me tu, mondo, non ti dimenticherai.”

Luca Lazzari

PS: essere dispari nell’anno della misericordia è vivere con gioia nello stanco vivacchiare quotidiano. E la cosa sorprendente è che la misericordia non è solo per i credenti (http://www.profduepuntozero.it/2015/12/08/la-misericordia-non-e-solo-per-i-credenti/)