Una piccola mano, sporca di polvere rossa e fango, si stringe intorno ad una sporgenza nella parete di roccia, le dita affondate nei solchi tra le pietre. Si tendono i muscoli dal polso alla spalla, si irrigidisce il collo, il bambino digrigna i denti e sale di qualche metro in più verso l’alto.
Quando si sente stabile, ancorato alla roccia, si ferma per riprendere fiato. Appoggia la testa contro la parete e cerca di calmare il respiro affannoso. Si guarda intorno: sotto di lui si snoda una terra di sabbia e rovine, l’aria trasporta il rumore di spari ed esplosioni.
Poi alza lo sguardo e riprende a salire. La roccia ruvida sfrega contro le sue gambe, ma alla cima dell’altura non manca molto.
Le mani si aggrappano a solchi sempre più in alto fino a che, sollevando il braccio per spostarlo all’appiglio successivo, il bambino trova la cima. Fa forza e si tira sù. Appoggia il ginocchio sulla terra rossiccia e si alza in piedi.
Sull’altura c’è un uomo, mitragliatrice sulle spalle e sguardo perso verso l’orizzonte.
Il bambino si mette a correre verso di lui, sulla cresta della montagna. Lo raggiunge con pochi passi e gli dice agitato: «Stanno bombardando la moschea devi venire subito!»
«Non dovevi salire fino a qui, è pericoloso», gli risponde l’uomo senza voltarsi.
Il bambino lo afferra per un braccio e lo scuote: «Hai capito? Stanno distruggendo la moschea, devi andare a combattere!»
«Non serve combattere quando vengono lanciate bombe dal cielo; calmati»
Il bambino gli lascia andare il braccio con rabbia: «Non puoi lasciare che bombardino la casa di Allah. Se distruggono la sua casa lui poi dove va a vivere?»
«Allah non ha bisogno di case»
Il bambino rimane per un po’ in silenzio, in piedi accanto all’uomo a guardare il fumo che sale verso il cielo fino a confondersi con le nuvole.
Poi gli chiede: «Perché non vai ad aiutare gli altri?»
Nessuna risposta.
Il bambino si china, raccoglie una sassolino e lo lancia nel vuoto di fronte a lui. Dopo un paio di secondi la pietra sparisce, senza fare rumore, sembra che non abbia mai toccato terra, che si sia semplicemente dissolta nella caduta.
«Anche della moschea rimarranno solo più pietre e sassi vero? Come quelli che si vedono da qua»
«Temo di sì Alì, ma tu devi preoccuparti delle case degli uomini, sono loro che ne hanno bisogno. Allah è qui per prendersi cura di noi, non siamo noi a dover proteggere lui»