Ci sono quelle notti di mezza estate che sono l’ossigeno della giornata afosa. Come un marinaio che lascia il proprio porto e respira in prua ammirando l’orizzonte o lo scalatore che a braccia aperte si rigira su se stesso in cima alla montagna inspirando serenità ed espirando tormenti. Ci sono quelle notti di mezza estate con sole due stelle, ma due sono abbastanza per catturare lo sguardo primordiale di chi si connette con la propria anima. Ci sono quelle notti di mezza estate di feste improvvisate, di diavoli alle chitarre e angeli sotto il cielo. Ci sono quelle notti che sono un libro letto d’un fiato, che sono il falò della speranza o il pianto di un amore finito. Comunque sia, sono notti di mezza estate.

Non potrà mai impazzire un pesciolino rosso in un’ampolla di vetro? Vive perennemente in uno spazio grande quanto una capoccia, ma Mamma Natura l’ha voluto così. L’ha sognato e creato con una memoria della durata di tre secondi. Ogni tre secondi tutto ricomincia nella sua testolina, come se quanto successo in precedenza non fosse mai accaduto: una nascita continua. Perdonami, Mamma Natura: il tasto reset per gli uomini? Comunque sia, ci sono momenti che resteranno sempre con noi. Forse vale la pena guardarli da un altro punto di vista.

Caro Piccolo Principe, sei poi così sicuro che “l’essenziale è invisibile agli occhi”? Parliamone…

Sorridi che ti fa bene.

Un proverbio ebraico recita: “Dio ha creato l’uomo per sentirgli raccontare storie.” AAA: cercasi storia!

Durante una passeggiata tra i boschi con un amico un po’ più anziano (vecchio sarebbe più reale, ma un po’ di compassione forse ci vuole ogni tanto), vi siete imbattuti in uno squarcio tra due castagni. Proprio in quel piccolo spazio di luce crescevano due fiori. Durante una pausa, parlando della passeggiata, l’amico anziano, con calma disarmante, ti ammutolisce con una semplice frase: “Le cose son belle e sorprendenti, come quei due fiori, basta. L’uomo, invece, ha il dono di scegliere di compiersi…”

Alice ha sei anni. E’ la figlia del proprietario dell’azienda in cui stai facendo lo stage. Passa a trovare il papà in uno di quei pomeriggi in cui lo sbadiglio accoppiato alla scomoda sedia dell’ufficio è il peggior binomio che si potesse creare. Ti chiede di giocare con lei e dopo aver costruito un puzzle insieme desidera fare un piccolo disegno sul tuo avambraccio. Tu chiudi gli occhi su sua richiesta e riapri loro appena la penna finisce di tracciare sulla tua pelle. Alice ha scritto “GRAZIE”. Le chiedi il perchè, lei risponde: “Perchè hai giocato con me.”

Ma Bobone Vieri come fa?

Emmanuel è a terra, morto, a Fermo, In Italia. Preso a botte per razzismo. PS: si salvi chi può o si salvi l’essere umano? Coraggio, ora.

Un amico ha fatto la scelta più difficile e, probabilmente, incompresa che potesse prendere: lasciare la propria ragazza perchè la amava così tanto da comprendere che per lei fosse giunto il momento di ripartire da sé, dal proprio io più profondo e riscoprirsi. Lei non poteva continuare a vivere alla sua ombra, nutrirsi della sua luce riflessa. Egli ha compreso tutto questo e amandola le ha donato lo spazio per lei. Lei soffre, lui pure. Può sembrare un fallito o un codardo nell’affrontare le difficoltà insieme. Sta malissimo perché crede che lei non capisca. Sta semplicemente amando lei e la sua vita. Forse questo amico ha preso Derek Walcott troppo alla lettera:

“Tempo verrà


in cui, con esultanza,


saluterai te stesso arrivato


alla tua porta, nel tuo proprio specchio,


e ognuno sorriderà al benvenuto dell’altro


e dirà: Siedi qui. Mangia.


Amerai di nuovo lo straniero che era il tuo Io.


Offri vino. Offri pane. Rendi il cuore


a se stesso, allo straniero che ti ha amato


per tutta la tua vita, che hai ignorato


per un altro e che ti sa a memoria.


Dallo scaffale tira giù le lettere d’amore,


le fotografie, le note disperate,


sbuccia via dallo specchio la tua immagine.


Siediti. È festa: la tua vita è in tavola.”

Tutto va così, per alcuni siamo in una slot machine. Forse tutto va, irraggiungibile. Non perché non si arriverà mai a quel tutto, ma perché è così bello e meraviglioso che neanche si poteva ipotizzare. Comunque sia, tutto va. In estate con un ritmo tutto suo.

Luca Lazzari