Chi non ha mai sognato di ricevere qualcosa di nuovo? Di alzarsi la mattina di Natale e trovare qualche regalo solo da spacchettare? Ma non solo: dei nuovi amici, un nuovo naso e delle nuove orecchie, un nuovo lavoro, un nuovo papà,… Insomma, una novità per segnare una nuova nascita nella propria vita come quelle sere che si va a letto con la convinzione che dal mattino dopo tutto cambi. E non è nuovo che il giorno dopo nulla cambi.

Paul ha 19 anni, è originario della Repubblica Centraficana e per arrivare in Italia ha attraversato tutta l’Africa sahariana con camionette di fortuna o camminando a piedi scalzi lacerati sul deserto ardente. Una traversata lancinante per approdare in Italia in cerca di quella novità negata nel suo paese natale: un nuovo lavoro, un nuovo senso a quella crudele esistenza che l’ha condannato a scappare dal proprio paese, un nuova vita.

Com’è triste fuggire. Com’è umiliante rinnegarsi di fronte alla propria terra natia ormai solo più terra di parti. Chi nasce, scappa: fisicamente o mentalmente non importa, viverci in tutto e per tutto è deleterio.

Paul ride e ha una cicatrice sulla guancia, segno di una sigaretta spenta sulla sua pelle. Paul parla italiano e dopo tre anni di scuola in Italia ha letto una versione semplificata dell’Odissea. Prima di partire aveva promesso a sua nonna analfabeta che avrebbe studiato e letto tanti libri. Promessa è, promessa mantenuta.

Paul si paragona a Ulisse e benedice tutta la sua storia. Benedice di essere nato in Africa, di aver attraversato il Mediterraneo e dormito per terra in stazione in Italia. Paul è folle.

Alla domanda sul perché benedice tutto questo risponde: “Ogni giorno una signora anziana veniva da noi ragazzi immigrati a portarci un panino al centro di accoglienza. Non parlava con noi, ci dava solo un panino e con una carezza sul volto ci salutava. Nessuno, mai, aveva fatto così con me. Senza aver trascorso notti stipato nella stiva di un barcone non avrei ricevuto i suoi panini e le sue carezze.”

Io non credo a questa risposta, è troppo impossibile che bastino dei panini e della carezza. Intanto Paul continua a ridere.

Da domani inizierò anch’io a prepare panini per cambiare tutto: genitori, amici, lavoro, naso, vita. Non cambierà niente e nessuno, i panini cambieranno tutto, parola di Paul.

Intanto stasera vado a letto con questo pensiero.