Eterna la roccia, il viso

frustato dal fiato furioso,

ma spinto dal cuore di magma

a scoppi d’oblio rabbioso.

 

M’ingabbia un abbraccio di nebbia,

mi sento nel buio del vuoto

cometa che d’orbita cieca

ha perso la stella del polo.

 

Si svela la gemma velata

dai muri di freddo silenzio,

ma spezza il passo del folle

l’attesa del fiore del tempo.

 

Graffia la terra! Lascia dei segni,

o nulla sarà dopo questa tempesta!

Lascia la guerra! La vita t’insegni

che festa vivrà solamente chi resta!