“Tutte le cose tornano indietro” è la stampa che quello sconosciuto aveva sulla maglia. La indossava mentre, sorseggiando il suo caffè, scendeva dalla metropolitana. Visto il mio irrefrenabile desiderio di dover trovare un significato più o meno filosofico a tutto, mi sono chiesta “ma è vera questa cosa?”.

Così mi sono ritrovata a girovagare con la mente, fantasticando sui vari significati della frase e pensando se fosse effettivamente vero che tutte le cose che si fanno nella propria vita torneranno prima o poi indietro positivamente o negativamente, in stile boomerang. A dire il vero questa realtà, in caso esistesse, mi spaventerebbe alquanto. Vorrebbe dire che ogni singola decisione, e dunque ogni singolo sbaglio, torneranno ad influenzare il futuro. Potrebbe andare bene o no, dipende dal passato e dalle scelte fatte.

Ma in che modo si può pensare al futuro? Come una realtà basata e plasmata unicamente sulle scelte fatte in passato oppure una realtà che può includere anche colpi di scena e che ci permette di prendere decisioni anche al di fuori dei nostri schemi?

In realtà non ci ho mai pensato. Ho sempre vissuto la mia ancor giovane esistenza facendo cose che mi piacciono, senza preoccupazioni o affanni che non mi permettessero di fare scelte… ma ora che ho iniziato l’università tutto il mio mondo di certezze è crollato. Mi ritrovo a pensare in continuazione se la mia scelta sia esatta, se ci sia qualcosa di più adatto a me o se sia sicura di ciò che voglio fare. Sono perennemente assillata dalla paura di sbagliare, di perdere un anno o di imbattermi in qualcosa da cui non riuscirò più a venire a galla.

Resta il fatto che la felpa di quel ragazzo non ha aiutato la mia ansia da matricola del primo anno. È ovvio che la scelta che faccio adesso condizionerà la mia vita per sempre e che iniziando un percorso poi è difficile cambiarlo più avanti, ma allo stesso tempo non è detto che non succeda qualcosa di improvviso che possa scombussolare tutto. Conosco un geologo che è proprietario di un’azienda, un ragazzo che era ingegnere e ora fa il radiologo in ospedale, un aspirante medico che ha deciso poi di fare l’architetto. Quindi non si sa mai cosa possa riservare il futuro. 

Allo stesso tempo però mi rendo conto che quella scritta sulla felpa è in parte molto vera. Se nella vita non si conclude nulla non si può pretendere di arrivare in alto, quindi “torna indietro” la scelta di essere stati pigri e svogliati. Se al contrario si è stati determinati e aspiranti, si otterrà una buona ricompensa.

Un filosofo del XX secolo che aveva basato le sue teorie interamente su questo concetto: scegliere. Egli sosteneva che la scelta sta prima di tutto il resto e che gli individui sono dovuti a scegliere in continuazione, per questo vivono con l’ansia del futuro e con l’incertezza della decisione giusta o, purtroppo, anche sbagliata.

Non è però ingiusto vivere con il dubbio? Partire già pensando di aver sbagliato? Rinunciare in partenza a qualcosa perché si ha il presentimento che non sia adatto per noi? Io credo che sia anche giusto seguire la teoria del famoso “carpe diem”, seguire l’istinto senza porsi troppe paranoie e poi modifica il tuo percorso mentre lo stai vivendo. Forse sono troppo sognatrice, ma penso sia meglio vivere il momento invece che proiettarsi in continuazione nel futuro. 

Quindi una risposta alla felpa di quel ragazzo potrei avercela. Nulla torna indietro perché ciò che è passato ormai fa parte di te e ciò che è futuro è ancora da decidere. Sicuramente le scelte fatte determinano delle conseguenze, ma nulla è sicuro perché non c’è un destino già scritto.

È compito di ognuno di noi crearselo seguendo i propri sogni e scegliendo a cuor leggero. 

 

Letizia Ricchiardi