Facendo un salto nel tempo, voglio tornare a parlare della partita giocata a San Siro tra Milan e Cagliari all’ inizio della stagione 2021/2022, più precisamente dell’“Urlo di Tonali”. Mi ha commosso! Non era solo un grido di gioia per la rete segnata al Cagliari che ha portato il Milan sull’ 1 a 0, ma era anche simbolo della commozione, dell’esultanza e della voglia di un ragazzino lombardo con il cuore rossonero e la pelle rossonera, come ha detto il telecronista di DAZN. Infatti non si trattava solo di fare bella figura davanti alla Società Milan, ma anche di fronte alla città di Milano che l’ha cresciuto e seguito dal debutto in Prima Squadra fino al compimento questi risultati. Le sue lacrime rispecchiano inoltre l’immagine dei tanti bambini che crescono con il sogno di riuscire, un giorno, a giocare e segnare nel campo della propria città. Ho usato l’espressione “Sport ecosostenibile”: che cosa intendo? Cercare di riportare al centro della propria città quel desiderio di giocare e segnare nella rete del proprio stadio  o della squadra per cui si tifa. E non mi si fraintenda! Sto parlando di tutti quei bambini che nascono e/o crescono in tutti quei territori condividendo lo stesso percorso educativo e formativo. Di conseguenza utilizzo il termine “Sport ecosostenibile”.  Ridare, dicevo, importanza all’attività sportiva dei propri figli, incoraggiandoli allo stesso tempo ad apprezzare le proprie radici, in modo tale che i futuri sportivi non vedranno più la maglia come qualcosa da comprare sul mercato, ma come un progetto vivo,  autentico e soprattutto legato al proprio territorio. Come fare? “Let’s Bridge!” direbbero gli inglesi: creare ponti tra le istituzioni scolastiche e le realtà sportive sul territorio per raggiungere gli stessi obiettivi, investendo sulle potenzialità sportive e atletiche che molti campioni del passato non avevano. Tutto questo grazie anche all’aiuto della nuova letteratura, che nel caso del panorama scientifico sportivo è sempre più in larga espansione, delle nuove tecnologie e dei nuovi strumenti che permettono di personalizzare il lavoro atletico, tecnico e tattico. 

Per fare un esempio concreto, il Governo ha istituito un fondo per il progetto “Sport e periferie” che rilancia quelle realtà già esistenti ma da ristrutturare e valorizzare perché dimenticate e abbandonate. Le periferie infatti si potrebbero includere e rilanciare se solo si investisse sulla costruzione di musei, stadi, teatri, scuole, chiese, infrastrutture…per costruire una comunità che avrebbe così tutte le potenzialità per diventare una “Smart City”. L’attrazione economica e la circolazione di denaro contribuirebbero sicuramente a questo processo per consentire l’arricchimento e il benessere di zone della città che guarderanno al futuro con occhi diversi. Progetti giovanili dedicati allo sport sono sicuramente rilevanti per dare vita a punti d’incontro, nell’ottica di una costruzione di amicizie e di un’etica sana che serviranno ai giovani per tutta la vita.  La cosiddetta “Prima Squadra” potrebbe essere sia modello di virtù, sia di economia (biglietti e sponsor), sia punto di riferimento per la realtà locale in cui si trova. Tutti questi interventi altro non farebbero che giovare alla comunità intera. A questo riguardo, il sito “Sport e Salute” sul link “Sport e Periferie”, racconta storie bellissime di luoghi sportivi che hanno creduto nei giovani e si sono rialzati dalle loro personali tragedie. Anche perché, citando il telecronista di Sky, Fabio Caressa, se sono talenti prendiamoli all’estero sti ragazzi, ma se non lo sono teniamoci i nostri.