Un gruppo di studenti, magliette bianche, in una qualche situazione scolastica. Il bello delle immagini è ciò che lasciano da dire: i ragazzi del progetto “Let’s Play Here”, parte dal del programma “Erasmus +”, in questa foto, stavano concludendo una settimana di sperimentazioni.

Perché partecipare ad un progetto simile richiede prima di tutto di mettersi in gioco. Di vivere – da ospite o da padrone di casa – insieme ad un coetaneo mai visto prima, di comunicare in una lingua straniera, di esplorare una città con occhi nuovi, che sia quella in cui sei cresciuto, oppure dall’altra parte di un continente rispetto a casa.

Il progetto “Let’s Play Here” è nato dalla vittoria di un bando da parte del Liceo Edmondo De Amicis, verrà portato avanti per due anni e coinvolge altre quattro scuole, per un totale di 250 studenti e 40 insegnanti provenienti da Italia, Polonia, Finlandia, Norvegia e Scozia. Ogni istituto ospiterà gli altri per una settimana, con l’obiettivo di vivere una scuola che sia una finestra sul mondo e una possibilità di sviluppare conoscenze, ma anche competenze, creatività e relazioni. La scuola cuneese ha aperto le danze tra il 21 e il 26 Ottobre, giornata in cui 1000miglia ha partecipato all’evento conclusivo di questa prima settimana.L’elemento centrale del progetto è Eddie, un assistente virtuale accessibile a tutti attraverso la pagina Facebook LPH, in grado di “suggerire” agli utenti attrazioni, locali, attività nella città in cui si trovano. Ho provato ad utilizzarlo, e lascerò che si presenti da solo, riportando i suoi messaggi:

Ciao, sono Eddie, l’assistente virtuale per il progetto Let’s Play Here.

A dire il vero sono un’intelligenza artificiale, posso comprendere il linguaggio naturale delle persone.

Sono il primo assistente di viaggio sviluppato e gestito dai ragazzi della Generazione Z.

I ragazzi mi hanno programmato per assisterti in un viaggio attraverso cinque città europee.

…Put your helmet on, Commencing countdown,
Engines on!

La differenza rispetto a ciò che già fanno i nostri smartphone? Sta nel fatto che, fino al 21 Ottobre, le conoscenze di Eddie erano pressoché nulle: il robottino, infatti, “apprende” grazie alle esperienze dei ragazzi le informazioni relative ai luoghi esplorati. Nella settimana cuneese, ad esempio, gli studenti hanno visitato e recensito, tra gli altri, la Chiesa di San Francesco, il parco fluviale e una serie di bar e locali commerciali che hanno accettato con entusiasmo di collaborare con il progetto e ospitare i ragazzi.

Più noi esploriamo, più Eddy impara e può condividere con altri le nostre informazioni. Una scuola che si spinge fuori dagli edifici e dai confini, in cui la tecnologia è uno strumento per conoscere e conoscersi, e viene riempita di contenuti ed esperienze. Che apre finestre e sa di futuro.

Auguriamo a questi ragazzi, insegnanti e famiglie due anni pieni di sperimentazioni, nuove scoperte e viaggi straordinari.