L’intervista della Gazzetta dello sport è firmata da Pier Bergonzi con l’aiuto di Don Marco Pozza, sacerdote,maratoneta e parroco del carcere “Due Palazzi” di Padova,autore delle meditazioni dell’ultima Via Crucis. Questa intervista si sviluppa in una trentina di domande che fissano il pensiero di Papa Francesco sullo sport e ne viene fuori, inaspettatamente《un’enciclica laica》.

In pratica un documento che il Papa rivolge, per la prima volta, ad un mondo che a lui sta molto a cuore delineandone gli aspetti più importanti ed affrontando diversi argomenti. Tutte questioni su temi che, nella mia esperienza di sportivo, mi sono sempre posto. A riempire questo vuoto è arrivata la risposta del Santo Padre con una splendida conversazione sullo sport, che ricostruisce un’etica,di cui c’era tanto bisogno: 《meglio una sconfitta pulita che una vittoria sporca》.

Entrando più precisamente negli argomenti, si ruota intorno a sette concetti fondamentali: la Lealtà mette al centro il seguire le regole e il rispetto di noi stessi e degli altri. Un esempio è il problema del doping che marca un periodo storico negativo per lo sport ed 《annulla la dignità》 per il desiderio di raggiungere subito i risultati che si vogliono. 

L’Impegno, cioè l’opportunità di custodire e far fruttare i propri talenti. Le doti sportive infatti devono essere allenate e coltivate al meglio. Viene raccontata la parabola del servo che al ritorno del padrone restituisce il talento ricevuto che,per paura,aveva sotterrato. Costui viene considerato malvagio proprio perché non ha messo a frutto ciò che aveva ricevuto in dono. 

Il Sacrificio, “sacrum-facere” è dare sacralità alla fatica che, se ha un significato, diventa più lieve. Nella specialità del lancio del peso 《non è il carico a farti cadere ma come lo porti e lo lanci》. Bisogna sempre rimanere concentrati sui propri progetti perché anche se una strada in salita determina spesso delle cadute, perdere ci aiuta a crescere e a rialzarci. 《Chi vince non sa che cosa si perde》.

L’Inclusione che va di pari passo con l’attuale problema dell’immigrazione e con il rifiuto della cultura degli scarti. Il recupero del vero spirito olimpico, che ha sempre voluto costruire occasioni di pace e di fraternità, 《una delle forme più alte di ecumenismo umano》.

Lo Spirito di gruppo è determinante per far capire che nella vita siamo tutti diversi. Chi fa sport di squadra lo sa molto bene perché non è semplice per un allenatore costruire lo spogliatoio. Vuol dire mettere insieme persone con identità, storie e ormai spesso culture diverse. Ma nell’ottica del Santo Padre, se 《nessuno si salva da solo》, tantomeno ci si salva se non facendo squadra.

L’Ascesi che rappresenta la voglia di fare meglio ogni giorno, la capacità di andare più in alto e più in profondità 《per ricercare una dimensione diversa, più alta, meno abituale》.

Il Riscatto che consiste nell’imparare ad avere fame per migliorarsi. I poveri hanno desiderio di riscatto, per questo è importante incentivare lo sport amatoriale perché è opportunità per tutti indipendentemente dalla situazione economica e sociale. Il Santo Padre ricorda inoltre che molti campioni attuali hanno iniziato la loro pratica sportiva proprio negli Oratori.

 

In un periodo come questo,in cui a causa della pandemia,il settore sportivo è stato particolarmente colpito e penalizzato le osservazioni di Papa Francesco danno dignità ed anima ad un settore spesso poco considerato nel suo valore umano e sociale. Lo sport come occasione di crescita, socialità, educazione, solidarietà, uguaglianza. Tutti questi valori sono avvolti dentro una “pelota de trapo”, il pallone fatto di stracci intorno al quale, in ogni parte del mondo, anche in quello più povero, si manifesta la gioia di ogni bambino.