Molto povera è la consapevolezza europea sulla cultura orientale, non per mancanza di informazioni, ma per la superficiale qualità di queste ultime e, sopratutto, per il modo con cui gli occidentali si approcciano all’argomento in questione. L’Estremo Oriente viene ancora considerato come un territorio lontano e misterioso, nonostante la sua influenza nel mondo sia oggi tangibile e sarà sempre più presente negli anni a venire.

Per questo motivo è doveroso sfatare i tenaci cliché sulla cultura orientale (come quella della somiglianza, del tutto infondata, tra giapponesi e cinesi) andando ad analizzare uno degli stati fondatori di quest’ultima: il Giappone, il Paese del Sol Levante. I viaggiatori rimangono sempre stupiti dall’unicità e dalle particolarità del popolo nipponico che lo rendono così diverso ed impenetrabile agli occhi occidentali. La gente cordiale, l’ottimo sistema di trasporti pubblici in perfetto orario e la natura meticolosa ed attenta dei giapponesi ne sono gli esempi più comuni.

Sebbene gli stereotipi sul Giappone siano spesso vaghi ed inesatti, è pur vero che esso presenta alcuni aspetti peculiari, frutto della sua storia e del modo in cui la popolazione si è evoluta ed ha interagito con l’ambiente. Si è sviluppata una società che dà grande importanza all’identità di gruppo in funzione dell’armonia sociale, poiché in passato non sono esistiti gli stati gli spazi per coltivare un individualismo attivo. Il Giappone è un arcipelago e la separazione geografica dall’ Asia continentale è stato un elemento fondamentale nella cositutizione dell’identità del paese. Inoltre gran parte del suo territorio è per lo più montuoso, di conseguenza le poche aree pianeggianti sono densamente abitate e gli abitanti hanno sempre vissuto a stretto contatto fra di loro, sulla base di un’organizzazione rigidamente gerarchica e per un lungo periodo simile ad un sistema di caste. Lo scambio di opinioni e i dibattiti accesi, comuni nei paesi Occidentali, erano e sono ancora, fenomeni piuttosto rari.

L’armonia deriva dall’autocontrollo personale e dalla cordialità, nell’attitudine a mostrare sempre un sorriso che cela le preoccupazioni private. Tutto ciò è radicalizzato nelle tradizioni che continuano a sopravvivere nonostante l’arrivo della modernità. È buona educazione, infatti, riempire il bicchiere del tuo vicino durante i pasti ed aspettare che questo faccia lo stesso oppure evitare di soffiarsi il naso in pubblico. Questa mentalità rituale è un lascito delle religioni principali.
Secondo un curioso proverbio, i giapponesi nascono shintoisti, si sposano cristiani e muoiono buddisti. La maggior parte degli abitanti della nazione pratica sia lo Shintoismo, soprattutto per quel che riguara il battesimo e il matrimonio, sia il Buddismo, riservato invece alle celebrazioni funebri. Benché i seguaci del Cristianesimo siano una minoranza, il matrimonio cristiano rappresenta un’originale alternativa alla cerimonia scintoista.

La tradizione è però solo una faccia della medaglia. Oltre alle bellezze architettoniche dei santuari, dei templi e dei castelli, il Giappone è conosciuto per la sua modernità e per le sue tecnologie d’avanguardia. Da qualche anno non è più l’Occidente ad esercitare un influenza sul paese del Sol Levante, bensì il contrario . Molti prodotti, come elettrodomestici e auto, vengono esportati in tutto il mondo da multinazionali celebri come la Toyota e l’Honda. Per non dimenticare la diffusione sempre più capillare nel mondo giovanile europeo e americano dei manga ed anime giapponesi e dei loro Cosplay che si fanno spazio tra i classici fumetti e cartoni disneyani. Ormai c’è qualcosa di “nipponico” anche nei nostri modi di vivere. Per fortuna, il progressivo avanzare della cultura pop e materialistica dei paesi occidentali non ha cancellato completamente le antiche tradizioni.

Se si visitano grandi città come Tokio e Kyoto, risulta lampante quanto incredibilmente la modernità conviva con la tradizione: a pochi passi dai frenetici centri abitati sono presenti santuari solenni, templi antichi e giardini incantevoli. Questi scenari, custodi della memoria di un tempo, cercano di farsi spazio nell’urbanizzazione eccessiva, che ha reso fin troppo evidente l’impronta dell’uomo sull’ambiente circostante. Anche se quest’ultimo è stato manipolato per secoli, ci sono ancora paesaggi che mostrano una varietà di climi ed ecosistemi che pochi paesi al mondo hanno la fortuna di avere. Una coscienza ambientale si sta diffondendo soprattutto tra le nuove generazioni.
In apparenza i giapponesi possono sembrare persone serie e noiose, ma dietro ai volti indecifrabili si nasconde una grande voglia di divertimento che prende vita nei matsuri (feste) e negli eventi più famosi . Ad esempio se parteciperete all’Hanami, la contemplazione dei ciliegi in fiore fra marzo e aprile, la popolazione locale vi offrirà gioiosamente sakè, birra e cibo e vi chiederà di ballare e cantare con loro, oppure di esibirvi col karaoke portatile.

Ciò che più stupisce del carattere nipponico è l’atteggiamento vigorosamente positivo nei riguardi della vita. Questo clima favorevole trae le sue radici dallo Shintoismo, la religione autoctona del paese. Fosco Mariani, etnologo poeta e autore fiorentino del celebre libro “Ore giapponesi” definisce questo culto come <<un portatore di un’accentuata filosofia vitalista, non teorizzata, ma vissuta in riti, simboli, atteggiamenti emotivi. E proprio al vitalismo Shinto va riferita moltissima parte di quella frenesia produttiva, diciamo pure di quell’aggressività industriale e commerciale, che contraddistingue gran parte dei giapponesi di oggi>>.

Nonostante la situazione quasi insostenibile dopo la seconda guerra mondiale, il Giappone si è ripreso a grande velocità negli anni ’50, ai ritmi di un miracolo. I decenni seguenti sono stati caratterizzati da un periodo di stagnazione economica dapprima causata dallo scoppio della “bolla economica” del 1990 e poi dalla crisi finanziaria mondiale del 2008.
Tre anni dopo uno dei più devastanti terremoti dell’ultimo periodo e il conseguente tsunami hanno colpito il Giappone provocando la morte di 15.000 persone. Il Paese del Sol Levante, con sana determinazione e volontà, si è rimboccato le maniche riprendendosi dalle avversità come solo questa nazione sa fare. Il suo sguardo è sempre teso al futuro senza mai dare le spalle al passato.
Ora il Giappone si sta preparando per le Olimpiadi del 2020 che si terranno a Tokyo: nell’aria regna un chiaro ottimismo.