La new wave è un’ondata di nuovi generi e tipologie di musica pop rock che diventò popolare negli anni settanta e ottanta. Una delle protagoniste di questa corrente musicale è Patricia Lee Smith, conosciuta come Patti Smith. Cantautrice, poetessa e artista statunitense, Patti Smith è sempre stata una figura atipica e rivoluzionaria nel rock, il suo grande carisma interpretativo e la suggestiva potenza delle sue canzoni l’hanno portata a guadagnare il soprannome di “sacerdotessa del rock”. 

Anche se non pubblica un album da diversi anni, Patti Smith è sempre in movimento, continua a scrivere e a fare concerti rivelandosi una fonte di creatività e ispirazione, così come quando si rivelò al pubblico per la prima volta: una donna magra, con i capelli scompigliati e la voce arrabbiata. Un suono elettrico e stridente per sottolineare il suo credo, la sua libertà e la sua indipendenza.

La rivista Rolling Stone l’ha inserita al quarantasettesimo posto nella classifica dei 100 migliori artisti e all’ottantatreesimo nella lista dei più grandi cantanti. 

La star ebbe un’infanzia complicata, durante il liceo trovò rifugio nella musica di artisti soul e rock come James Brown, i Rolling Stones, i Doors e Bob Dylan. Nel 1967 abbandonò il college dopo aver avuto una bambina, successivamente data in adozione, prese un autobus e scappò a New York per diventare un’artista: “New York con me è sempre stata amichevole. Ho dormito nei parchi, nelle strade, e nessuno mi ha mai fatto del male. Vivere lì è come stare in una grande comunità”.

Nella Grande Mela, a 21 anni, incontrò Robert Mapplethorpe, un fotografo che avrà poi molto successo. Senza soldi, ma pieni di ambizioni, i due giovani artisti si innamorarono, vivendo da bohemien nel famoso Chelsea Hotel. In quegli anni Patti si lasciò ispirare dalla sua nuova vita, componendo, dipingendo e scrivendo poesie, mentre lavorava in una libreria per mantenersi. Questa realtà durò fino al 1972, quando Robert si innamorò di un gallerista d’arte e se ne andò, rompendo la bolla di magia. Patti raccontò successivamente la loro avventura in Just Kids, un libro spirituale sull’euforia di quegli anni, con il quale si aggiudicò il National Book Award.

Nonostante il cambiamento, la cantautrice continuò la sua rivoluzione cantando poesie senza compromessi, accompagnata dalla chitarra elettrica di Lanny Kaye, facendosi conoscere sulle scene musicali underground. Con il suo primo singolo Hey Joe/Piss factory, segnò l’anno zero nella new wave americana. Conobbe figure determinanti per la sua carriera e la sua evoluzione musicale come Lou Reed e Bob Dylan, frequentò poi Andy Warhol, Sam Shepard e grandi poeti come Allen Ginsberg e William Burroughs.

Nel 1975 pubblicò il primo album, Horses, dai brani struggenti, aggressivi e rock. Patti Smith inventò un vero e proprio nuovo linguaggio, la copertina dell’album è una foto scattata da Robert, in cui la cantante sfida l’obiettivo con un’espressione severa e i capelli scompigliati. Furono anni di ascesa e concerti mondiali, l’artista pubblicò nel 1976 Radhio Ethiopia, nel 1978 Easter, con la hit Because the Night scritta insieme a Bruce Springsteen e infine nel 1979 Wave, anno in cui in Italia fece il tutto esaurito a Firenze e Bologna.

Sempre nel ’79 Patti Smith abbandonò New York per seguire Fred “Sonic” Smith, chitarrista del gruppo rock gli MC5, a Detroit. I due si sposarono, ebbero due figli e si allontanandosi per un certo periodo dal palcoscenico. Un giorno Fred le disse “Le persone hanno il potere, scrivilo. La gente ha il potere di redimere l’opera dei pazzi”. Fu così che la star pubblicò l’album Dream of life, creato dal grido di battaglia People have the power.

Successivamente l’artista visse due tragedie in poco tempo, la scomparsa del marito e quella del fratello. Per sconfiggere il dolore tornò ad esibirsi, fu l’inizio di un nuovo capitolo della sua carriera.

Portò a termine un nuovo album, Gone Again, che testimoniava ancora una volta la sua forza di rialzarsi e affrontare i traumi della vita. Nel 1977 uscì Peace And Noise, con il singolo 1975, un anthem rock ispirato all’invasione cinese in Tibet, il Dalai Lama infatti era un riferimento spirituale di Patti. Il brano funzionò da tutti i punti di vista e riuscì a strappare anche una nomination ai Grammy Awards. 

La cantautrice di Chicago si espose anche politicamente “Non ho mai pensato di essere una politica, ma ho sempre voluto comunicare qualcosa”. Nel 2000 pubblicò Gung Ho, un album rock classico che sin dal titolo, riportando l’espressione cinese “Ho”, indica la voglia di continuare a combattere con entusiasmo “È lo spirito dell’album: voglio chiudere questo secolo e affrontare il nuovo con un’energia positiva”. Ma allo stesso tempo l’espressione “Ho” fu anche un omaggio a Ho Chi Minh

Testarda e piena di energie, Patti non volle mai fare i conti con l’età e con la fine di un’epoca, di cui è stata indubbiamente protagonista. Nei primi anni 2000, continuò ad esibirsi e a pubblicare album come TrampinTwelve. Quest’ultimo è l’insieme di 12 cover americane scelte e reinterpretate dall’artista, tra cui spicca la splendida rilettura di Smell Like a Teen Spirit dei Nirvana. Nel 2008, con la lettura di un requiem da lei scritto e dedicato a Robert Mapplethorpe, The Coral Sea, Patti riceve cinque prestigiose stelle dal critico «The Guardian». Nello stesso anno, con l’omonimo titolo del suo album, Dream of Life, esce un bellissimo documentario diretto da Steven Sebring, un ritratto dell’artista realizzato nell’arco di un decennio.

L’esile cantautrice americana porta ormai addosso i segni di una vita irrequieta e turbolenta, a dicembre del 2021 ha compiuto 75 anni. I suoi capelli corvini si sono imbiancati e incorniciano un viso sempre più serio e spigoloso, ma non meno spiritato di un tempo. Sorprendente è la sua rinnovata forma come interprete, testimoniata anche da alcune sue brillanti performance dal vivo. 

Patti Smith, anche nel nuovo millennio, si conferma un modello da seguire, verso cui anche le nuove generazioni nutrono rispetto e stima. Un modello da amare e da cui prendere spunto, non solo dal punto di vista musicale, ma anche umano, etico e sociale.