Appoggiato alla parete sinistra della cucina c’eraun divano su cui era stata buttata una coperta con pallidi disegni floreali, mentre nel centro della stanza era sistemato un tavolo di legno usurato. Di fronte alla porta, sopra i fornelli, erano stati fissati dei mobiletti con le ante bianche, ai cui bordi si insinuava il marrone della ruggine che a poco a poco stava erodendo il bianco laccato. Il frigo lì vicino era di un verde sbiadito e produceva un borbottio metallico che si diffondeva per tutta la cucina confondendosi con le voci provenienti dal televisore lasciato acceso. Sopra ogni cosa fluttuava uno spesso strato di polvere.
Nella parete a destra c’era una porta a vetri socchiusa che dava sul balcone.
Lì fuori, di spalle, un uomo con un maglione di lana marrone era chinato verso la ringhiera. Aveva la mano rugosa sollevata, mentre stringeva una paletta. La ruotò facendo scivolare il mucchietto di polvere che aveva raccolto dal pavimento e lasciandolo cadere verso strada, quattro piani più in basso.
Per un attimo stette fermo a guardare la polvere che creava una nuvola dorata e si disperdeva nell’aria.
Poi si girò e rientrò in casa trascinando le gambe con fatica. Prese la scopa e gli stracci e ricominciò a pulire, raccolse la polvere in un angolo, la mise sulla paletta e uscì sul balcone per liberarsene. Di nuovo una nube d’oro si allargò nell’aria e così altre ancora, una dopo l’altra.
La luminosa luce del pomeriggio era diventata pallida e soffusa e la polvere rimaneva, impalpabile, a coprire ogni cosa in quella casa. L’uomo si accasciò su delle sedie lasciate disordinatamente intorno al tavolo.
Una lacrima scese lenta sul suo volto seguendo i solchi incisi sulla pelle secca e ruvida. Guardandosi intorno sussurrò tra sé: «rimane la polvere come rimangono queste rughe e la mia vecchiaia».
I suoi occhi velati si fermarono sui flaconi e sulle confezioni di medicinali posati sul tavolo. Qualcuno aveva lasciato un foglietto con scritto: «Ricordati di prendere le pastiglie per la pressione tutti i giorni, l’antidolorifico se la schiena ti fa male e mezza compressa bianca dopo i pasti. Vedrai che ti riprenderai presto papà!» Si alzò, prese tutti i farmaci e sollevando a fatica il coperchio del cestino della spazzatura con il ginocchio li buttò.
Andò a prendere la giacca e un cappello e si vestì. Prima di uscire scarabocchiò qualcosa su un biglietto e lo posò sul tavolo. «Lasciatemi invecchiare» furono le parole che scrisse sorridendo.