Quando parla la sua figura possente precede le sue parole attente e ricercate. Delle lunghe pause di riflessione intervallano il suo discorso. L’atteggiamento da giudice stona con la cornice della Costa Azzurra che fa capolino dalla finestra della classe. E anche i giovani visi seduti ai banchi si distinguono nettamente dal tradizionale pubblico di un tribunale. Eppure l’argomento di dibattito è lo stesso della decisione presa il 28 luglio dal sindaco repubblicano di Cannes, David Lisnard: il divieto municipale contro il burkini in spiaggia.

“Possono le donne musulmane fare fede al loro culto religioso e andare al mare con un velo integrale?” è stata la miccia di discussione dell’estate francese. Nella patria della laicità, in memoria dei valori della Rivoluzione del 1789, è divampato il fuoco della paura, alimentato da un’estremità all’altra dagli attacchi terroristici e dal soffio incessante dei media. Ma, d’altronde, non ci dovremmo aspettare più di tanto se perfino i discorsi inaugurali del direttore generale di SciencesPo (università di Scienze politiche) non possono fare a meno di citare la tragedia di Nizza e l’orgoglio francese messo in discussione dal “problema integralista”. La strada verso l’integrazione religiosa è indubbiamente in salita, e i comuni della Costa Azzurra che hanno aderito al divieto municipale contro questo tipo di costume femminile in spiaggia hanno imboccato la via più veloce ed in discesa: quella della paura.

La Francia non è più il difensore della laicità? Non è questo il punto. Tuttavia, sta usando argomenti di questo genere per mostrarsi più che mai in prima linea nella sicurezza contro il terrorismo. La stessa sicurezza messa in pericolo da un costume da bagno, che ha indotto alcuni magistrati (tra cui il possente professore) a giudicare ‘legale’ il divieto municipale del sindaco di Cannes, poi esteso agli altri comuni delle Alpi Marittime. Mentre i bombardamenti del governo francese in Siria non vedono l’ombra della fine, si cerca di coprire la vulnerabilità della popolazione con un divieto tanto inutile quanto discusso. Finendo col coprire un’intera nazione con un velo pietoso.