C’è una misteriosa energia dentro di noi, dentro ogni cosa e l’universo nel quale viviamo, che è la spinta propulsiva ad andare sempre avanti. È noto a tutti che nasciamo, cresciamo e impariamo. Progettiamo il lavoro, la casa e la famiglia che un giorno avremo. Crediamo in qualcosa, a volte lo sentiamo di più, a volte di meno, ma in fondo sempre ci speriamo. Che lo vogliate o meno, che ce lo impongano oppure no, fateci caso. In balia dell’onda a volte contraddittoria degli eventi che a volte ci oltrepassano senza seguito o che scoprono nuovi sentieri in noi, contro ogni possibile resistenza noi cambiamo.
Viviamo le nostre vite di corsa, fatte di scadenze, appuntamenti e conti alla rovescia, con stimoli ovunque, ormai assuefatti alle forti emozioni, e poi capita che ci fermiamo e avvertiamo improvvisamente di quanto sembriamo diversi rispetto al punto di partenza. Cambiamo si, ma spesso non lo percepiamo. E poi invece quante volte ci promettiamo di cambiare. Usiamo tutte le nostre forze, e così un giorno decidiamo di tagliarci i capelli, comprarci una maglia di un colore diverso dal solito o di andare dall’altra parte del mondo per cercare di pilotare questo cambiamento tanto agognato. Quindi ci guardiamo allo specchio, indossiamo la maglietta nuova, ritorniamo. Eppure sembra che non sia cambiato proprio nulla. Siamo sempre noi stessi, con i nostri spigoli più imperfetti. Il cambiamento è ingovernabile. Sono necessari i fatti affinchè si realizzi. Eppure ci ostiniamo a pensarlo come un qualcosa di attuabile secondo la nostra volontà. Ma non bastano le nostre deboli intenzioni, eppure sempre, costantemente, avviene. È mentre non ce ne accorgiamo che cambiamo. Il cambiamento si realizza ogni giorno, ma non si vede che quando è terminato, quando ci ha già reso diversi. E lo capiamo in un attimo, quando spontaneamente ci comportiamo come non ci saremmo mai comportati prima, ma senza sforzarci di comportarci così. Ed ecco che allo specchio i capelli sono davvero più corti, quel colore addosso lo sentiamo nostro e sentiamo che qui, nel mondo del ritorno, esistono angoli di quella terra lontana in cui lo abbiamo cercato. Ci guardiamo allo specchio e siamo diversi, ma ci riconosciamo in questo cambiamento. Il fulcro del riconoscimento di questo nostro divenire, paradossalmente, sta nelle cose che rimangono sempre le stesse. Esistono approdi sicuri dentro noi stessi, che sono al riparo da qualsiasi moto di trasformazione. Sono i nostri pilastri, alla base della nostra identità, attorno ai quali continuamente moduliamo spigoli e proclamiamo rivoluzioni, che possono farci mutare forma, ma la nostra più profonda sostanza è legata alle nostre origini. Le origini di noi stessi sono le nostre passioni, le cose che amiamo fare, i nostri sogni, le nostre convinzioni più profonde, i volti, le abitudini e le espressioni che ci sono famigliari, le cose che ci regalano momenti di vera pienezza, così autentica che ci fanno pensare che tutto potrebbe esaurirsi proprio lì, perchè più realizzati di quell’attimo davvero non si può. Sono questi nostri pilastri che ci permettono di sapere sempre chi siamo, a discapito di ogni cambiamento.