«Vendimi la penna.»

«Mi faresti un favore? Scrivi il tuo nome su quel tovagliolo?»

(The Wolf of Wall Street, M. Scorsese, 2013)

Si dice che per vendere un prodotto si debba creare un bisogno.

Molte delle Start up che nascono in questi anni, che propongono i prodotti più vari, e talvolta più insoliti,  si basano su questo principio. Allora oggi, invece di raccontarvi di una nuova idea originale o stravagante, abbiamo deciso di intraprendere il percorso inverso. Partendo dai “bisogni”, dai desideri o dalle curiosità di potenziali consumatori, che ci hanno raccontato “la Start up che vorrebbero”.

Sono emerse risposte fantasiose e al limite della fantascienza, altre all’insegna della praticità, altre ancora che, nella loro semplicità, sono così geniali da chiedersi come abbiamo fatto a non pensarci prima. E infatti, in alcuni casi, qualcuno ci ha già pensato, e le nostre idee, semplicemente, esistono già. Alcuni dei desideri espressi invece, per ora rimangono tali. E allora fatevi avanti, aspiranti startupper: ecco le idee che vorremmo realizzaste per noi.

Mappe per interni

Un navigatore, come quello che utilizziamo per strada, che ci aiuti ad orientarci in spazi chiusi come centri commerciali, musei, ospedali, aeroporti, uffici. A qualcuno sembrerà ovvio, ma ho scoperto che questa è una funzione già presente su Google Maps: cliccando su un edificio è possibile vederne la planimetria, a patto che essa sia stata fornita dai gestori o inserita dagli utenti.

Giocattoli adattati

Avete presente quei giochi per bambini in cui premendo un tasto o tirando una cordicella, succede qualcosa? Si accende una luce, oppure viene riprodotta una canzone, o compare un personaggio nascosto. Sono apparentemente molto semplici, ma per certi bambini, ad esempio affetti da patologie che causano un deficit di forza muscolare, premere quel pulsante può essere molto faticoso, o decisamente impossibile. Perché non semplificare le cose con un sistema touch screen?

Interfaccia grafica in realtà aumentata

Accettando la premessa, affascinante quanto inquietante, di “connettere” un dispositivo tecnologico al nostro cervello, significherebbe vedere ciò che mostra lo schermo del nostro telefono, ma lasciando il cellulare in tasca, come se i messaggi, i video, le foto fossero “in sovraimpressione”. Oppure scrivere un testo o un SMS, semplicemente pensandolo. A voi le considerazioni del caso in termini di possibilità, limiti, potenziali incidenti stradali.

Ali per umani

Le due persone che hanno espresso questo desiderio hanno rispettivamente 21 e 83 anni. A dimostrazione del fatto che l’idea di volare, non su un aereo, volare davvero, come fossimo uccelli, ha un che di poetico a tutte le età. Anche in questo caso non mancano i tentativi di realizzare questo sogno: nel 2010 un moderno Icaro di nome Todd Reichert, ingegnere aeronautico canadese, ha compiuto il primo volo su un ornitoptero, un velivolo ad ali azionato dal movimento delle gambe del pilota. È quindi possibile imitare i volatili, anche se il primo viaggio di questo strumento è stato di soli 145 metri. Al di là dell’aspetto più suggestivo, potrebbe essere utile, ad esempio, nelle operazioni di salvataggio in certi punti del territorio non raggiungibili con mezzi di dimensioni maggiori. Cari inventori, attendiamo notizie.

Teletrasporto

Sì, è ambizioso. Sì, forse è fantascienza. Ma a quanto pare è un sogno di molti degli intervistati, e dunque è d’obbligo citarlo. D’altronde, se cent’anni fa vi avessero detto che nel 2000 avreste potuto parlare direttamente con una persona dall’altra parte del mondo, vedendola su uno schermo, ci avreste creduto?

Se anche voi avete un desiderio che vorreste veder trasformato in una Start up, segnalatelo con un messaggio alla pagina Facebook 1000miglia: potrebbero seguire altri articoli che raccontano delle vostre idee!