Da generazioni l’azienda Balocco ci addolcisce il risveglio con i suoi prodotti da forno, frutto di passione e dedizione. Nata a Fossano e tutt’ora operante nel cuneese, la Balocco è famosa per la frase «fate i buoni» con cui si concludono gli spot televisivi, ma chi si nasconde dietro?
Scopriamolo insieme ad Alberto Balocco, oggi guida dell’azienda che si è reso disponibile per questa intervista all’insegna della golosità.
1.Chi è oggi il signor Balocco e perché avete scelto questo soggetto per la vostra campagna pubblicitaria?
Ci sono diversi “signor Balocco”: Aldo Balocco, oggi novantenne e presidente onorario della società, e i suoi figli Alessandra ed Alberto, attualmente alla guida dell’azienda. La campagna pubblicitaria ha l’obiettivo di raccontare la storia della famiglia Balocco che, da tre generazioni, lavora con immutata passione per rendere più dolce la vita a milioni di consumatori sparsi in tutto il mondo.
2.Su quali principi vi basate?
La relazione fra famiglia e azienda è molto intensa: la reputazione dell’una e dell’altra vanno a braccetto. Abbiamo un profondo senso del lavoro, una forte responsabilità sociale e mettiamo l’ambizione al primo posto in ogni nostra scelta.
3.Quali sono i vostri cavalli di battaglia?
Tecnologie avanzatissime, forte automazione, ricerca e sviluppo e costante attenzione alla sostenibilità.
4.Parliamo di lei più nel dettaglio:
- Ha sempre voluto diventare membro dell’azienda di famiglia?
Si, fin da bambini nostro padre ci portava a giocare in fabbrica, ci siamo cresciuti dentro e da sempre sognavamo di aiutarlo nel suo lavoro. - Cosa ama del suo lavoro?
È un mestiere molto creativo e vario, che richiede però grande passione, attenzione e dedizione. - Che percorso scolastico e lavorativo ha fatto?
Liceo Scientifico Ancina a Fossano, facoltà di Economia e commercio a Torino, master alla SDA Bocconi. E a 23 anni giù a capofitto in azienda. - Di cosa si occupa lei nell’azienda tuttora?
Mi occupo della direzione generale. - Personalmente quale prodotto Balocco preferisce e perché?
In questo momento sono pazzo per i Fagottini, dei frollini “crunchy” con cornflakes e cioccolato. Li adoro sia inzuppati nel latte che mangiati così. Sono irresistibili.
5.«Fate i buoni» è da anni il vostro slogan, pronunciato dal signor balocco nello spot televisivo: voi in che modo vi impegnate per “fare i buoni”?
Lavorando con serietà e con il massimo rispetto di tutti quelli che ci circondano: ambiente, consumatori, collaboratori, fornitori, clienti, sistema finanziario.
6.Essere un’azienda cuneese quali vantaggi e svantaggi ha?
Ha il vantaggio di poter contare sul forte senso del dovere tipico della gente di questa provincia. Ha lo svantaggio dell’isolamento infrastrutturale.
7.Parliamo adesso della salute del consumatore e dell’ambiente. Come si può ottenere un prodotto sano, buono e relativamente economico senza incorrere in materie prime di bassa qualità e/o nello sfruttamento delle risorse?
Grazie all’automazione: facendo scendere l’incidenza del costo del lavoro si può puntare tutto su ingredienti e qualità. È chiaro che occorre fare grandi investimenti in tecnologia, ma da quanto ne so io non c’è alternativa.
8.È vero che la vostra azienda utilizza pannelli solari?
Sì, a partire dal 2010 abbiamo fortemente investito in energia solare. Entro metà 2021 potremo contare su oltre 4 megawatt di potenza installata.
9.In questo periodo turbolento dettato dalla pandemia, come reagite? Avete subito perdite ingenti? Quali strategie avete adottato?
L’impatto sociale e le conseguenze che si sono ripercosse sulla gran parte dei settori dell’economia sono ben noti. Neppure l’industria dolciaria è rimasta esente da questi effetti e il settore dei prodotti da ricorrenza ha registrato una rilevante flessione nei consumi, principalmente a causa dell’impossibilità dello scambio degli auguri. Il lockdown ha invece favorito i consumi di molti prodotti di prima necessità, fra i quali i biscotti da prima colazione, comparto nel quale da tempo la nostra società ha investito proprio per diversificare il proprio business.
10.Infine, parliamo del cuneese, dove l’azienda nasce e continua a crescere:
- Cosa pensa della zona, in particolare di Fossano?
Sono molto legato a Fossano. È un bel posto sia per vivere che per lavorare. - Le materie prime da voi utilizzate provengono dal cuneese?
Purtroppo provengono da più lontano… - Quale vostro prodotto assocerebbe a Cuneo metaforicamente?
Penso il Bunet, un dolce con cioccolato fondente e amaretti che lanceremo nel Natale 2021. Ho assaggiato i primi campioni e l’ho trovato davvero buono, come la gran parte delle cose che nascono in provincia Cuneo.
11.Se dovesse dare un messaggio ai giovani e meno giovani cuneesi, cosa direbbe loro?
Di essere cittadini del mondo, di guardare oltre l’orizzonte, ma di tenere ben saldo il cuore nella nostra cultura e nelle nostre radici.