Regia di Frank Darabond dal romanzo di Stephen King

Film del 1999 con Tom Hanks e Gary Sinise

Durata : 3 h 9 m

Tipologia : Drammatico/Giallo

Classificazione: T 

PREMI: 4 nomination ai Premi Oscar, 1 nomination ai Golden Globe, 2 nomination  ai premi Awards

 

“….tutti noi dobbiamo morire, non ci sono eccezioni, ma qualche volta, Dio mio, il miglio verde sembra così lungo….”.

-Paul Edgecombe

Un vero capolavoro del cinema è il miglio verde: eccellenti sono i personaggi protagonisti, esaltante è la trama. Secondo me ne vale davvero la pena vederlo, perché dopo la visione questo film inevitabilmente diventerà parte del vostro modo di vedere la vita e approccerete l’idea di una continua lotta tra la speranza (Jhon Coffey) e la disperazione (la vecchia scintillante, nome dato alla sedia elettrica).  Le battute rimangono impresse nel cuore e nella mente. Se non lo avete ancora visto vi state perdendo non solo un film ma emozioni e personaggi che, alla fine del lungometraggio, rimarranno nella vostra memoria come dei lontani amici.

Il miglio verde è il percorso che i condannati a morte devono percorrere dalla loro cella al luogo dell’ esecuzione della pena. La similitudine è con la  vita di ognuno di noi, infatti tutti noi percorriamo il miglio verde dal momento che veniamo al mondo (adesso che ci ripenso mi vengono i brividi). La trama del film differisce per ognuno di noi perché si basa sulla visione soggettiva della vita, del modo in cui decidiamo di approcciarci con essa e del significato che per lo spettatore ha il “vivere”.

Il quotidiano di Paul Edgecombe (protagonista e guardia carceraria del braccio della morte) viene  stravolto quando, sotto la sua custodia, arriva un nuovo “uomo morto che cammina” Jhon Coffey (sì, proprio come il caffè ma scritto in modo diverso, mi raccomando!) accusato di aver ucciso due gemelle. Nonostante la sua gigantesca stazza, Jhon è impaurito e incredibilmente gentile tanto da aiutare gli altri carcerati e le guardie anche nei momenti più difficili. E’ proprio questa sua innata gentilezza ed empatia che porterà Paul e le altre guardie a non credere alla sua colpevolezza e a fare una scelta importante… MOLTO importante (non ve lo posso spoilerare, andate a vederlo!).

Però vi posso dire ancora una cosa: Coffey è dotato di doti straordinarie, un straordinario potere curativo  e la capacità di leggere nel cuore delle persone ; ma è stanco di comprendere quanto gli uomini facciano male agli altri uomini. C’è una scena in cui dice:

“…sono stanco capo, stanco morto…Sono stanco soprattutto del male che gli uomini fanno a tutti gli altri uomini, del dolore che io sento ogni giorno, ce n’è troppo per me. Lo capisci questo?”

In questo punto ammetto di essermi commossa un pochino… questo film insegna a godere delle piccole cose, proprio come fa John, e a riempire la propria vita d’amore e di una gentilezza incondizionata.