Non c’è niente di più umano delle emozioni. Noi siamo rabbia, paura, disgusto, disprezzo,tristezza e felicità; siamo animali in grado di comunicare senza emettere suoni, animali che vivono in gruppo e che la natura ha dotato di linguaggi fisici per comprendersi universalmente. Il bello di tutto ciò è che già dalla nascita possediamo la capacità di capire cosa una persona sta provando; si tratta però di un qualcosa di inconscio, dato che è il nostro cervello a tradurre il messaggio cifrato. Tutti noi ben sappiamo che ogni emozione produce un comportamento differente a livello fisico: accelerazione del battito cardiaco, della respirazione, dilatazione delle pupille o, per esempio, sudorazione. Ma non tutti sanno che ad ogni sensazione emotiva viene associato un determinato insieme di movimenti di muscoli facciali. Essi sono involontari, noi non li controlliamo. Oggigiorno vengono studiati sempre di più, insegnati a membri di polizia e forze dell’ordine di tutto il mondo per combattere la criminalità e in generale migliorare le loro capacità di lie detector. Gli agenti devono imparare a diventare macchine della verità, perché quelle meccaniche da film di spionaggio non servono proprio a niente. Misurano la veridicità della risposta semplicemente verificando la variazione del battito cardiaco del soggetto, non curandosi del fatto che essa può variare a seconda di che emozione prova. Posso essere completamente innocente, ma essere così spaventato da avere il cuore a mille, dire la verità, ma essere ritenuto colpevole. Per ovviare a queste lacune si sta costruendo una macchina che è in grado di percepire le emozioni dell’interrogato attraverso l’analisi di ciò che ho prima citato, potendo così aiutare l’interrogando a collegare l’emozione con la risposta che gli viene data e decidere come strutturare l’interrogatorio. Per esempio, se alla domanda ” Lei ha mai conosciuto quest’uomo?” si risponde di no, ma la macchina ha riconosciuto una manifestazione di rabbia mista ad un aumento di temperatura corporea, allora significa che l’interrogato sta mentendo, poiché nasconde risentimento verso quella persona! Per cui non dimenticate che il vostro viso è un libro aperto, l’emotività umana è più rivelatrice di quanto pensiate.

Davide Ghisolfi