La bici è il primo mezzo che impariamo a guidare, o almeno per me è stato così. Mi ricordo molto bene quando giravo nel mio cortile di casa in sella ad una biciclettina blu con le rotelle, e il rumore fastidioso che facevano. Nella mia testa ho però l’immagine più vivida dei momenti passati ad imparare ad andare in bici senza le rotelle, che per me voleva dire diventare grandi. L’emozione che mi assaliva quando mio papà staccava le sue mani dal sellino e mi gridava “Pedala pedala pedala!” è qualcosa che non scorderò: un misto di paura, eccitazione, voglia di libertà ma allo stesso tempo terrore di essere lasciata da sola e di perdere il controllo…E poi, puntualmente, la caduta a terra e le ginocchia sbucciate. Però la bici mi ha insegnato che se insisti e se ci credi per davvero, poi riesci davvero a pedalare da sola, a restare in equilibrio e non voltarti indietro per cercare le mani di papà sul sellino. Crescendo ho sempre continuato a usare la bici per andare in città o per altri spostamenti brevi, e quando ho iniziato l’università a Torino è diventato il mio mezzo di trasporto per eccellenza: casa università, università casa, ogni giorno e anche più volte al giorno. La prima era una bici vecchia, una “graziella” chiamata Flavia, gentilmente imprestatami dalla zia della mia coinquilina. Poi è succeduta la bicicletta rossa regalatami alla cresima, e per tre anni sono riuscita a non farmele rubare, complice un lucchetto molto resistente che le ha protette bene, e la fortuna. La bici mi mette sicurezza, mi fa andare veloce ma allo stesso tempo mi permette di vedere tutto, le piccole cose che se vai in macchina o in treno ti perdi. La bici ti concede di fermarti subito se ne hai bisogno; se stai poco bene, se vedi qualcosa ma lo vuoi vedere meglio, se vuoi girarti meglio il pantalone della gamba destra perché si sta sporcando con la catena. E soprattutto, la bici non inquina questa aria che già è pesante e grigia. È agile, è leggera e non emette niente nell’aria (a parte l’enorme mole di Co2 che esce dalla bocca quando si stanno affrontando delle salite con le gomme a terra). Anche a Cuneo, dove abito, mi muovo spesso in bici; perciò credo che investire su questa forma di mobilità sia molto importante e intelligente, come lo è incentivare le persone a utilizzare questo mezzo. Ci sono state iniziative quali “Bike to work” e “Bike to school” che sono riuscite a sensibilizzare e a convincere più gente a muoversi sulla bici. E da cinque anni esiste un festival interamente dedicato alla bici, in tutte le sue versioni: dalla bici da corsa e quindi il ciclismo come sport per professionisti, alla citybike usata per andare a fare la spesa, e tutto quello che vi è nel mezzo. CuneoBikeFestival è il suo nome, e quest’anno ha come tema centrale le “scelte”, intese come presa di coscienza necessaria prima di passare all’azione. Il Festival non è solo una festa del ciclismo come sport, ma anche un’opportunità per parlare del ciclismo sostenibile, e della montagna come motore di innovazione. Infatti il settore del cicloturismo è in netta crescita, e ha un ruolo importantissimo nel panorama del turismo sostenibile. Il festival, come afferma anche la sindaca Patrizia Manassero, è una dichiarazione di principio ed un messaggio chiaro: Cuneo lavora per una mobilità dolce e per stili di vita sostenibili; inoltre il festival, che durerà dal 18 al 22 settembre, rientra nella settimana europea della mobilità sostenibile, per cui saremo uniti anche con tutti gli altri paesi nel confronto, nell’azione e nel dibattito su questi temi centrali. Ci saranno ospiti importanti che condivideranno con il pubblico le loro esperienze e le loro idee: Paolo Bettini, ex ciclista professionista, alle ore 21 di sabato 20 al Cinema Monviso; Frank Lotta, dj, videomaker e viaggiatore lento, alle ore 21 di venerdì 19, sempre al Monviso; questi sono solo due dei tanti ospiti che il Festival accoglierà, e raccontano due tipi molto diversi di andare in bici: il primo è stato un atleta, ha gareggiato, ha vinto e ha perso, sperimentando lo sport a livelli professionali. Il secondo ha viaggiato lentamente, lo ha raccontato e scritto in un libro e continua a farlo in radio. Oltre agli incontri con gli ospiti sono organizzate molte uscite per bambini, ragazzi e adulti intorno alla città, esperienze che uniscono la ricchezza della nostra enogastronomia, la bellezza della natura che ci circonda e il professionismo delle guide e degli organizzatori. è un festival a 360 gradi perché la bici è a portata di tutte e tutti: si può pedalare ma anche essere passeggeri, e godere della sua lentezza e bellezza.

Per maggiori informazioni sul festival, sul programma e su tutti i suoi appuntamenti: https://cuneobikefestival.it