La musica, si sa, è una cosa seria. Mettiamo sempre energia, passione, teatralità al servizio di una narrazione che rispecchi i nostri sentimenti e il bisogno innato di dimostrare qualcosa. Fortunatamente nel triste mare sconfinato della musica italiana qualcuno ha avuto il coraggio di spezzare questa atmosfera pettinata e andare un po’ pesante. Il rock demenziale è un’eccellenza tutta italiana di cui spesso ci dimentichiamo e di cui dovremmo andare decisamente più fieri.

La musica demenziale italiana, al contrario di ciò che si possa pensare, vanta una produzione artistico-musicale di tutto rispetto e la presenza di nomi importanti della discografia italiana (Totò Savio, Freak Antony, Stefano “Elio” Belisari solo per citarne alcuni). Furono proprio gli Squallor ad inaugurare nel 1969 il filone demenziale con l’idea di affiancare una produzione irriverente ad un comparto sonoro decisamente accurato. Negli anni ‘80 si assistette all’irruzione degli Skiantos, band rock capitanata Roberto Antoni (in arte Freak Antony). Con gli Skiantos si esasperano gli aspetti più grotteschi della musica, arrivando anche a coniare nuove espressioni volgari e fuori di testa (come «un rullo di cartoni»). In altre parole, Freak Antony e compagnia mostrarono la retta via per fare schifo senza alcun compromesso. Poco più tardi si affermarono gli Elio e le Storie Tese, gruppo famoso non solo per i suoi testi ma anche per le marcate tinte progressive del loro sound. Gli anni 2000 si aprono con il crossover irriverente degli Atroci fino ad arrivare al decennio successivo con i grandiosi Nanowar of Steel e le loro parodie del mondo televisivo e di Internet.

Tutti questi personaggi hanno in comune una ricerca tecnica e sonora ben precisa e curata. Il primo strato di ironia si percepisce già nel contrasto tra i versi bislacchi delle lyrics e arrangiamenti profondamente pianificati. Il risultato è un fenomenale mix di piacere musicale e risate intelligenti su satira sociale, parodie e linguaggio grottesco. Sfortunatamente, l’elevata accuratezza musicale è allo stesso tempo il loro fattore limitante e la demenzialità italiana non riesce a spingersi oltre al mercato discografico italiano (con l’eccezione dei Nanowar of Steel, famosi anche all’estero grazie ai brani in inglese e al contratto con l’etichetta americana Napalm Records).

Far ridere è senz’altro la miglior dimostrazione di talento e farlo con musica di qualità accresce questa percezione. Perciò accantonate per un momento le melodie strappalacrime e le incazzose barre rap e godetevi per un momento qualcosa di realmente unico nel nostro paese.

Playlist: https://open.spotify.com/playlist/3K8OCjWdgspR6Kak3w8fw7?si=ZG14uxrVRCSGx0dM9fym7g