Partire e studiare – Orientamenti III

… Partire per studiare!

Cosa spinge a scegliere un’università all’estero per il proprio corso di studi? E come ci si deve concretamente muovere? Chiacchierando con alcuni ragazzi che studiano in diversi stati europei, abbiamo provato a dare le risposte a queste domande, individuando così quattro importanti passaggi per iniziare un percorso universitario estero.

Scegliere di partire
Prima di iniziare, è importante sottolineare il perché del partire: scegliere di studiare all’estero porta con sé la possibilità di vedere punti di vista diversi da quelli italiani, sia nell’ambito dello studio sia in quello della ricerca, e nelle università estere ci sono dei programmi non disponibili in Italia, che quindi permettono l’accesso a materie trattate con modalità alternative o con argomenti più specifici. Le competenze che rimarranno dallo studio all’estero saranno inoltre sicuramene l’abilità di parlare e pensare in un’altra lingua, ma anche l’indipendenza e l’attitudine alla ricerca.

Iscriversi all’università
Presa questa decisione, bisogna capire come muoversi concretamente per poter accedere all’università. In generale, le scadenze estere sono anticipate rispetto a quelle delle università italiane; in particolare in Inghilterra le scadenze sono non oltre gennaio, mentre per gli altri stati come la Francia l’iscrizione deve essere effettuata nel semestre che precede l’inizio delle lezioni; allo stesso modo in Germania, in cui le scadenze oscillano tra giugno e luglio. Per effettuare la domanda di ammissione occorre, oltre al diploma superiore, inviare i documenti, il curriculum (ad esempio nel Regno Unito è richiesta inizialmente una lettera motivazionale) e le certificazioni linguistiche (in alcune università sono obbligatorie) per accedere al bando di iscrizione, attraverso i siti delle singole università.

Organizzare la vita all’estero
Una volta accettata la domanda di richiesta e ultimata l’iscrizione, arriva il momento in cui cercare una sistemazione per la vita all’estero. In questo le università sono molto disponibili, spesso contattano gli studenti informandoli di posti liberi nei campus o in strutture di appartamenti. Il consiglio generale è quello di muoversi in anticipo per trovare la soluzione più convincente e meno dispendiosa e per evitare di avere problemi con la burocrazia.

Studiare
Come ultimo passaggio, l’inizio dell’università: a primo impatto si riscontrano grandi differenze con quella italiana e con il modo di studiare. Le università estere hanno un funzionamento diverso, in particolare rispetto alle materie scientifiche: gli esami sono affiancati da lavori di gruppo, report e progetti continuativi che sono sempre oggetto di valutazione. Per questo, essendo le competenze pratiche continuamente messe alla prova, è importante portare avanti il lavoro con costanza durante l’anno, per essere pronti ad affrontare test, piccole ricerche e stage pratici, più frequenti rispetto al numero dei corsi. La mole di studio non è minore rispetto all’Italia, ma si tratta comunque di un metodo diverso, all’estero più pratico. È importante sottolineare questa differenza: la mole di studio e il tempo che si dedica agli esami sono di una natura particolare quando si è in Erasmus, perché i corsi non sono molti, essendo di pochi mesi la durata del soggiorno all’estero; quindi gli obiettivi da raggiungere variano in base ad alcuni fattori.
Nonostante lo studio sia di un carico importante, soprattutto all’inizio, la vita all’estero permette molto tempo libero, previsto dalle stesse università, consentendo così di creare la propria dimensione di quotidianità anche in uno stato diverso. Sicuramente sono da considerare anche le difficoltà legate all’intraprendere un percorso di studi all’estero: in un primo luogo la destabilizzazione data dalla lingua e dall’ambiente nuovo e sconosciuto, ma anche la lontananza da casa e la completa indipendenza. Questi sono però fattori che permettono di riconoscere una quotidianità nuova e un ambiente stimolante in cui diventare più autonomi e crescere con una mentalità più aperta. Tutto ciò può rivelarsi un significativo punto di partenza per un possibile lavoro all’estero, ma anche per riportare in Italia ciò che si è imparato e costruito.

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